Un monitoraggio successivo alle ultime elezioni amministrative del 5 e 19 giugno 2016 – nei Comuni capoluogo di provincia (118 in Italia) – analizza l’evoluzione degli Assessorati alle politiche giovanili in queste città.
Ritornando ai Comuni capoluogo di provincia, oggi ben 15 Amministratori che hanno delega alle politiche giovanili, svolgono anche il ruolo di vicesindaco e tre di Sindaco. Quindi nel 15,6% del casi, il “peso” di questa delega viene rafforzata. Un approfondimento va fatto – visto che la delega alle politiche giovanili non è mai esclusiva – al mix di competenze a cui viene abbinata (v. Fig. 1). Oggi, le dimensioni prevalenti sono quelle legate a Formazione (Scuola, istruzione, Educazione, Università) e Cultura (36%), insieme a Sviluppo economico (con Lavoro, Impresa) ed Innovazione (18%), che superano Sport (17%) e Sociale / Welfare (16%), seguite da Partecipazione e Pari opportunità (13%).
Fig. 1: Le deleghe abbinate alle Politiche giovanili

Dalla lettura di questi dati, emerge quindi il fatto che le politiche giovanili non sono più – come avveniva fino ad una decin di anni fa – prevalentemente abbinate al Sociale o allo Sport (inteso allora come sinonimo di tempo libero e spesso associato allo Spettacolo), ma quanto invece alle dimensioni della conoscenza, dello sviluppo ed innovazione.
Molto interessante infatti l’abbinamento delle Politiche giovanili allo Sviluppo Economico, dove la dimensione dell’innovazione è forte, legata sempre più a nuova imprenditoria, digitale, banda larga. Oltre che quello di “smart city”, una “new entry” davvero interessante soprattutto quando abbinata ai giovani. Invece nei Comuni – in quanto non di loro competenza – non compare abbinata a Politiche giovanili la parola “Garanzia Giovani”.
Sull’essere smart, una curiosità: l’80% degli Assessori ai giovani di queste città, ha un profilo Facebook (a volte anche come personaggio politico pubblico), che utilizza per informare e corrispondere anche su news di tipo politico amministrativo locale.
Infine uno sguardo alle Regioni italiane e Province Autonome: in tutti questi 21 enti è stata assegnata la delega ai giovani ad un Assessore. Nel 2016 poi due di queste Regioni hanno approvato una legge sulle politiche giovanili (Umbria e Campania), portando così oggi a 12 il numero delle Regioni con una legge organica in materia di gioventù.
Da segnalare anche che otto Regioni hanno attivato canali di comunicazione diretta con i giovani, costantemente alimentati da informazioni su politiche giovanili ed opportunità loro rivolte. Sempre in termini di comunicazione, tutti gli Assessori regionali hanno una pagina Facebook e 12 un profilo pubblico come politico.
In conclusione quindi si può affermate che dal punto di vista della “copertura” politica delle politiche giovanili, sembra ormai raggiunto quel traguardo auspicato da Anci per il 1985 (Primo anno Internazionale della Gioventù), cioè di generalizzare a livello nazionale “l’esperienza degli assessorati ai Progetti giovani, con capitoli specifici per i problemi giovanili. Lo stesso per quanto riguarda l’avviare un ruolo delle Regioni anche in questo campo. Inoltre l’Anci si pose ancora, come obiettivo, quello di destinare almeno l’1% dell’intero bilancio di ogni singolo Comune (e Provincia), a questo tipo di interventi. Lo stesso per quanto riguarda il bilancio dello Stato» (vedi Nota 1). Le risorse di Garanzia Giovani e del Servizio Civile, vanno in questa direzione e la sfida è collegare di più, anche i primi, ad azioni ed interventi di politiche giovanili, in modo da aumentarne maggiormente l’impatto sui territori, così come avviene per il Programma Erasmus +, che l’Agenzia cura e promuove con alleanze molto strette con gli ambiti dello Youh work locale.
Fonte: Agenzia Nazionale Giovani
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