PALERMO – L’anno scorso, su 4.152 sfratti eseguiti in Sicilia, l’85% è stato causato da morosità. Il 90% di queste 3.530 esecuzioni forzate, in pratica 3.176 sfratti, sono stati conseguenza di morosità incolpevole. Il dato, emerso questa mattina nel corso del convegno su ‘Abitare è vivere ‘, avvenuto questa mattina presso l’ex Noviziato dei Crociferi, fotografa la crisi di questi anni e sollecita, secondo la Cisl, a “una nuova governance del disagio abitativo e delle politiche per la casa”. All’incontro su cui si è fatto il punto della situazione hanno preso parte esponenti della Cisl, Caritas, Fio.Psd e Sicet.
“Non è possibile continuare ad affrontare tutte le situazioni difficili sempre in emergenza con risposte limitate nel tempo – afferma Rosanna La Placa segretario regionale della Cisl Sicilia con delega per le politiche sociali che ha moderato i lavori -. Occorre, una volta e per tutte, pianificare e progettare delle politiche abitative che restituiscano dignità alle famiglie. Vorremmo che si riuscisse a creare una governance tra le istituzioni direttamente o indirettamente legate al problema della casa nel quadro di un welfare abitativo. Chiediamo l’istituzione di un osservatorio regionale. Inoltre la regione attualmente si deve muovere come un organismo in grado di dettare delle linee guida per coordinare l’azione dei comuni. Le Linee guida sono una prima risposta alla progettazione del domani per coordinare tutte le politiche abitative del territorio”.
Sia Caritas che la federazione italiana degli Organismi senza dimora hanno illustrato il progetto “Housing first”, la casa prima di tutto.
In particolare, la disponibilità degli alloggi nelle progettualità attivate in Sicilia è stata di oltre 50 unità, tra alloggi singoli e condivisi, permettendo un reale inserimento abitativo ad oltre 200 persone. Rispetto alle dieci regioni italiane che hanno aderito ad Housing first, la Sicilia – con 13 progetti attivi – è il contesto regionale con il maggior numero di sperimentazioni di tutto il Network Housing First Italia.
“Housing first è la tappa di un cammino che abbiano iniziato qualche anno fa che ci invita a continuare a favore di altri soggetti – sottolinea don Vincenzo Cosentino delegato regionale della Caritas Sicilia -. Su 18 diocesi, 14 hanno aderito all’Housing first. Un numero elevato che ci ha permesso di rispondere al bisogno prioritario della casa. Oggi siamo stati in grado grazie anche alla FioPsd di mettere insieme un importante lavoro di rete capillare in tutto il territorio che ha attivato delle strutture abitative in grado di dare risposte significative a chi ha bisogno. Occorre allora implementare ulteriormente il modello comune di accompagnamento facendo leva proprio su tutte le buone prassi. Se poi si riesce, dove è possibile ha lavorare in sinergia con gli enti locali si può fare tanto. Quella nostra è un’avventura che riteniamo proseguirà insieme a tutti gli altri attori coinvolti”.
“Attraverso Housing first abbiamo sperimentato un modello di risposta all’emarginazione sociale veramente innovativo – ha detto anche Domenico Leggio, vicepresidente nazionale Fiopsd e direttore della Caritas di Ragusa -. La presenza di nuclei familiari senza casa in piena povertà è poi una peculiarità tutta siciliana. In due anni in Sicilia sono avvenuti oltre 200 inserimenti in alloggi di persone e famiglie italiani e stranieri provenienti dalle situazioni più varie in 14 diocesi siciliane sulle 18 presenti nell’Isola. A Ragusa ad esempio un equipe di cinque persone ha preso in carico oltre 35 casi: 75% famiglie e 25% singoli. Tranne due strutture ponte le altre sono state tutte case. Buoni risultati si sono avuti anche a Siracusa, Caltanissetta, Agrigento, Piana degli Albanesei e Mazara”.
“E’ sicuramente quindi una sperimentazione che sta dando dei frutti importanti – continua Leggio – che aiuta le persone a riscoprirsi avendo la possibilità di diventare di nuovo attori della loro vita. Inoltre, nell’ambito della campagna Homeless zero l’impegno preso dal ministro Poletti con la firma del recente protocollo a Taormina con la nostra federazione ha gettato le basi per la continuità operativa del progetto. Le linee guida tra Stato e regioni sulla grave marginalità sociale permetteranno di riconoscere l’Housing first un concreto modello sociale per fronteggiare l’emergenza e l’esclusione sociale. Il Ministero ha già individuato delle risorse dedicate alle regioni a cui verrà chiesto in sinergia con gli enti pubblici e gli enti del privato sociale di attivarsi concretamente per chi è in povertà”.
Fonte: Redattore sociale.it
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